Mobilizzazione Asettica delle Protesi
Sono un Chirurgo Ortopedico, specializzato in patologie dell’anca e del ginocchio, con una solida formazione accademica e professionale. Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2012 presso l’Università degli Studi di Milano, ho successivamente conseguito la specializzazione in Ortopedia e Traumatologia nel 2019. La mia esperienza si è arricchita grazie alla collaborazione con esperti del calibro del Dr. Filippo Randelli e del Prof. Pietro Simone Randelli.
La mia carriera ha incluso ruoli significativi presso l’Istituto Clinico Città Studi e l’Istituto Ortopedico Galeazzi. Attualmente, pratico presso il Policlinico San Donato Milanese, dove mi dedico principalmente alla chirurgia protesica mini-invasiva, adottando metodologie innovative come l’approccio anteriore mini-invasivo per l’anca e la chirurgia protesica robotizzata del ginocchio, sempre personalizzata secondo le esigenze di ogni paziente.
Questo blog mira a condividere approfondimenti, aggiornamenti e riflessioni sul campo della chirurgia ortopedica, fornendo una finestra sulla mia pratica professionale e sulle ultime innovazioni nel trattamento delle patologie dell’anca e del ginocchio. Seguitemi per esplorare insieme il mondo della chirurgia ortopedica avanzata.
Introduzione
L’uso di impianti protesici, come le protesi d’anca e di ginocchio, ha trasformato la vita di molte persone, consentendo loro di tornare a una mobilità quasi normale. Tuttavia, una delle principali cause di fallimento e dolore post-operatorio è la mobilizzazione asettica della protesi. Questo fenomeno consiste nel distacco progressivo dell’impianto dall’osso, una condizione che richiede una diagnosi tempestiva e interventi mirati per prevenire ulteriori complicazioni.
Cause della Mobilizzazione Asettica
Infezione
Un’infezione può causare la mobilizzazione dell’impianto. I batteri possono entrare nel corpo attraverso il sangue e depositarsi attorno all’impianto protesico, formando un biofilm che progressivamente scolla la protesi dall’osso. Questo fenomeno crea micromovimenti che portano all’instabilità dell’impianto.
Fallimento Meccanico
Il fallimento meccanico, o mobilizzazione asettica, è dovuto a vari fattori tra cui:
- Posizionamento scorretto dell’impianto: un’installazione non ottimale può portare a movimenti anomali e stress meccanici eccessivi sull’impianto.
- Impoverimento dell’osso: la densità ossea del paziente può diminuire nel tempo, riducendo la capacità di supportare l’impianto.
- Sovraccarico funzionale: un utilizzo eccessivo dell’impianto può generare forze superiori a quelle che l’impianto e l’osso possono sostenere, portando al distacco.
Diagnosi della Mobilizzazione Asettica
Sintomi
Il principale sintomo della mobilizzazione è il dolore, soprattutto quando si carica peso sull’articolazione. Questo dolore può essere assente all’inizio ma aumentare nel tempo. Nei casi più gravi, si possono osservare deformità e accorciamento dell’arto.
Esami Diagnostici
- Radiografie: sono utili per rilevare i segni di mobilizzazione, come cambiamenti nella posizione dell’impianto e riassorbimento osseo attorno alla protesi. È essenziale confrontare le immagini attuali con quelle precedenti per identificare eventuali variazioni.
- Scintigrafia ossea: questo esame è indicato nei casi dubbi o nei primi stadi della mobilizzazione. Consente di identificare aree di metabolismo osseo accelerato indicative di un rimaneggiamento osseo, un processo normale entro il primo anno post-operatorio.
Esclusione dell’Infezione
Per escludere la presenza di un’infezione, si effettuano esami del sangue e, se necessario, un’artrocentesi per analizzare il liquido articolare. Questo passaggio è fondamentale per determinare il corretto percorso terapeutico.
Trattamenti per la Mobilizzazione Asettica
Trattamento dell’Infezione
Se si rileva un’infezione, è necessario eradicarla, come discusso in dettaglio in un altro articolo del blog.
Trattamenti Conservativi
Inibizione del riassorbimento osseo: i farmaci bifosfonati possono essere utilizzati per ridurre la perdita ossea e alleviare il dolore.
Revisione dell’Impianto
Nei casi più avanzati, si può ricorrere alla revisione dell’impianto. Questo intervento comporta la rimozione e la sostituzione della protesi, correggendo il posizionamento e migliorando la stabilità dell’impianto, spesso utilizzando dispositivi aggiuntivi come viti.
Prevenzione e Controlli
Per evitare la mobilizzazione asettica, è cruciale eseguire controlli radiografici regolari, almeno ogni due anni. Questo consente una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo, riducendo il rischio di ulteriori interventi chirurgici.
Conclusione
La mobilizzazione asettica rappresenta una sfida significativa nel campo della chirurgia protesica, ma con una diagnosi precoce e un approccio terapeutico adeguato, è possibile gestire efficacemente questa complicazione. Se avverti dolore alla tua protesi o noti cambiamenti nella tua mobilità, non esitare a prenotare una visita nei nostri centri per una valutazione specialistica.
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